Ipercorpo 2022⎪Trattare l’aria

XVIII FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE ARTI DAL VIVO

26 – 29 Maggio
2 – 5 Giugno

EXATR, Arena Forlivese, Teatro Félix Guattari ⎥ Forlì

Con: Chrysanthi Badeka | Paola Bianchi/Valentina Bravetti | Gregorio Botta | Blak Saagan | Giacomo Calli/Lucrezia Gabrieli | Cemento Atlantico | COORPI | Dewey Dell | Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi | Simonetta Favari | Masque teatro | Carlo Massari/C&C Company | Francesca Mari | Beatrice Meoni | Mondoriviera | Margherita Morgantin | Muta Imago | Ginevra Panzetti/Enrico Ticconi | Compagnie du Petit Monsieur | Stefano Pilia/Paolo Spaccamonti | Reckless Sleepers | Nicola Samorì | Filippo Tappi | Michele Tocca


La XVIII edizione di Ipercorpo :: Trattare l’aria è tornata a svolgersi a fine maggio, come accadeva prima della pandemia.

Da sempre lo spazio e il suo utilizzo in chiave linguistica sono elementi centrali del lavoro di Città di Ebla, ma questa volta l’intenzione è stata ampliare ulteriormente il raggio di azione. Non solo EXATR – che finalmente ha riaperto il deposito dopo la fine dei lavori di consolidamento – ma anche la splendida cornice dell’attigua Arena Forlivese. Poi il Foro Boario, l’area de “I Portici”, la Piazzetta delle Operaie. Ha giocato un ruolo speciale l’ospitalità offerta da Masque teatro attraverso l’utilizzo del Teatro Félix Guattari, inaugurando una collaborazione fra Crisalide e Ipercorpo.

“Decidere di portare azioni sceniche in città – anche grazie al prezioso aiuto di Spazi Indecisi – non vuole essere uno stratagemma per imbattersi in un nuovo (e inconsapevole)  pubblico, ma significa mettere sui luoghi un diverso accento, inedite visioni e possibilità percettive che continuino a farci sentire cittadini e non solo consumatori. Esistono ancora spazi in cui si possa esercitare una palestra di cittadinanza attiva? Come sono fatti? Come possono essere guardati ed esperiti? Esiste un compito per l’arte in generale e per quella scenica in particolare? Evitiamo motivazioni catartiche, di insegnamento, o addirittura di supremazia degli artisti nel leggere l’esistente. Proviamo semplicemente (?) ad usarla per sentire intimamente la condizione dell’umano, con i suoi dubbi, i suoi misteri e la sua carnalità, i suoi slanci.

L’arte ci qualifica come specie. Non è un elemento di supremazia, è un fatto. Certamente, viste le azioni che purtroppo l’ umanità è in grado di compiere, dovremmo nutrirci di arte e viverla il più intensamente possibile. Se non altro si produrrebbe un reiterato gesto pacifico e privo di confini”. Claudio Angelini – direttore artistico di Ipercorpo

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